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Ecco il vero peso delle percentuali Europee 2019. Di Maio a casa!!

  • Valerio V E R G A
  • 29 mag 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

I risultati delle Elezioni Europee 2019 sono ormai sotto gli occhi di tutti.

LEGA 34,26%; PD 22,74%; M5S 17,06%; FI 08,78%; ASTENSIONE 43,01%.

Non sto a citare il numero di elettori che non hanno più votato il MoVimento 5 Stelle solo perché il numero suonerebbe come una sconfitta APOCALITTICA!

Gli attivisti del MoVimento e gli elettori, il 4 marzo 2018, hanno consegnato a Luigi un indice di gradimento maggiore del 32%.

Dopo circa un anno di politica di Governo insieme alla LEGA, l'indice di gradimento del marzo 2018 si è trasformato in un alluce, precipitando al 17,06% delle Europee 2019.

Questo valore, se calcolato al lordo degli astensionisti, diventa 09,56%!! Sì cari lettori, avete capito bene, se calcolato sul 100% di aventi diritto al voto quel 17,06% vale effettivamente meno del 10% degli aventi diritto al voto.

Un risultato che io non esito a definire CATASTROFICO!!

Per onestà intellettuale ecco i risultati principali ricalcolati di fronte al 100% degli aventi diritto:

LEGA 19,21%; PD 12,75%; M5S 09.56%; FI 04,92%

Ricordo quando dopo il referendum del 4 dicembre 2016 qualcuno, e non starò a ricordare chi, gridò da dentro le stanze di Palazzo “LO ABBIAMO FATTO DIMETTERE”. Si parlava allora di Matteo Renzi.

Ho perso il conto delle richieste di dimissioni che il MoVimento ha gridato a gran voce.

Personalmente non credo che le dimissioni vadano chieste solo agli avversari. Anzi, se qualcuno la pensasse così, mi sentirei di dire che allora si parlerebbe di regimi o pseudo dittature. Tra le cose di cui ho perso il conto, ci sono tutte le volte che Luigi ha agito diversamente dalle mie aspettative.

Il punto di riflessione a cui siamo giunti non solo non può prescindere da almeno un passo indietro del capo politico, ma deve portare ad analisi più approfondite.

L'hashtag #DiMaioACasa esiste già da tempo, e anche se fino ad oggi non lo avevo mai usato, ora mi sento di gridarlo a gran voce.

La Rivoluzione nel MoVimento sta cominciando e, nel portare a una Evoluzione del MoVimento stesso, questa non può prescindere dalla ricerca di un nuovo capo politico e dal mantenimento di quei principi fondamentali che ci rendevano diversi dai professionisti della politica.

Nessun capo politico dovrebbe anche essere contemporaneamente un Parlamentare in corso di mandato, e lo stesso dovrebbe valere per le figure dei Probiviri e del Comitato di Garanzia.

Rinnovo la mia DIFFIDA ad utilizzare la piattaforma ROUSSEAU per votazioni interne fintanto che le procedure di voto non siano rese a prova di manomissione.

Tra Deputati e Senatori, il MoVimento ha 331 Parlamentari. Ognuno dovrebbe versare 300 euro al mese destinati al mantenimento delle piattaforme tecnologiche che supportano l’attività dei gruppi e dei singoli parlamentari. Questo significherebbe quasi cento mila euro al mese. Con queste cifre, nel caso in cui non ci si stesse impegnando a rendere Rousseau a prova di manipolazione, a me comincerebbe a sorgere il dubbio che non ci sia il reale interesse a farlo.

A proposito di Rousseau, se non sbaglio tanto Di Maio quanto Bugani, entrambi in corso di carica elettiva, dovrebbero essere soci dell'associazione. Qualcuno ricorda ancora quando Gianroberto aveva disposto il divieto per i dipendenti della Casaleggio Associati di partecipare alle candidature? Se questa buona norma era in vigore per dei dipendenti, allora maggiormente dovrebbe valere per eventuali soci.

Nel congedarmi, ai sensi degli articoli 21 e 49 della Costituzione Italiana, dico a testa alta e voce ferma quanto segue: “#DiMaioACasa”.

Cordialmente

 
 
 

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